Ho realizzato un desiderio.
Sono passati vent’anni dall’uscita de La llorona, il primo disco di Lhasa de Sela, e siamo pronti per presentare il tributo a Lhasa  che volevo da tanto tempo. Almeno da un giorno freddo di gennaio, il primo giorno del 2010, quando nel tepore di una serata a casa di un caro amico sono stata travolta dalla notizia della sua morte, lei che aveva i miei stessi anni e che mi illuminava la strada con canzoni intense e uniche. Con la sua voce ruvida e dolce, profonda e scura come la terra. Alla sua strada, che è ancora viva, quella ‘living road’ che aveva cantato, abbiamo dedicato il concerto in cui mi accompagneranno Simone Sassu al piano e all’arpejji e Angelo Vargiu al clarinetto e effetti. Vargiu e Sassu hanno curato tutti gli arrangiamenti, inventando una versione del tutto nuova delle canzoni di Lhasa, elegante e spessa, dentro il filo conduttore sonoro degli strumenti su cui hanno lavorato.

Non solo questo, perché con la collaborazione di Fabio Sanna che cura la messa in scena e dell’Atelier Parabatula di Alessandra Mura, che ha creato i costumi abbiamo dato spazio alla magia dei tessuti aerei di Daniela Crabuzza, che restituirà la dimensione circense e surreale dell’esistenza di Lhasa de Sela, circondata da una famiglia girovaga e folle, tra Messico e Europa. E Montreal, la città che l’adottò, dove nevicò per 40 ore dopo la sua partenza.

The living road – Tributo a Lhasa de Sela debutterà sabato 11 novembre al Teatro Civico di Sassari alle ore 20, all’interno della rassegna Un concetto, un’idea 2017 di Laborintus.

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